La Grande Guerra 1914-1918

 

 

 

APPROFONDIMENTI

ARMI INSOLITE: LE MICIDIALI FRECCETTE METALLICHE

 

È cosa nota che la Prima Guerra Mondiale sia stata fucina di idee belliche, una sorta di specifica innovazione dei materiali legata agli armamenti si attuò da parte di tutti gli Stati coinvolti nel conflitto. Guerra post-risorgimentale, amano definirla gli storici, e la definizione trova ottimo terreno di applicazione sugli ordigni usati dagli eserciti nei vari fronti.

Freccette metalliche sganciate da aerei della Grande GuerraTra i mezzi di offesa degli di rappresentare l’inventiva umana tesa alla distruzione ce n’è uno particolarmente emblematico: le freccette d’aereo. Si trattava di veri e propri dardi costruiti in metallo, ricavati dalla tornitura di tondini in acciaio. Vennero inizialmente impiegati sul fronte francese, lanciate, a gruppi di 5000 da una altezza di 5/600 metri, sulla truppa nemica. Se l’effetto offensivo era inficiato dall’ovvia dispersione, altrettanto non può dirsi del terrore provocato sui soldati ammassati lungo le trincee o in retrovia. Le “flechettes” erano silenziose, e minavano il morale dei soldati costretti a ripararsi nei ricoveri al solo rumore di biplani in volo. L’efficacia psicologica indusse i comandi tedeschi ad adottare a loro volta l’arma, nacquero così le “Deutsche Fliegerpfeile”, del tutto identiche al modello prodotto in Francia. Da quel momento, i tedeschi incisero sui dardi metallici la seguente dicitura: "Arma Tedesca, Fabbricazione Francese”. Anche la Regia Aeronautica Militare, oltre a torpedini, granate e bombe a mano cominciò a lanciare questa rudimentale arma. La rivista del Touring Club Italiano pubblicava negli anni Venti un approfondimento sui strumenti di offesa dell’aviazione, in esso si trattava delle frecce: “Secondo l’Ader la freccia avrebbe dovuto costituire il munizionamento caratteristico dell’apparecchio di linea. Ed indicava l’adozione di due tipi, il piccolo ed il grande modello. Col primo la freccia è lunga 10 cm, ha poco più di un mm di diametro, l’estremità inferiore fusiforme e quella appiattita a forma di due piccole alette, lievemente piegate ad elica, in modo da mantenere la freccia in posizione verticale durante la caduta e da imprimerle un movimento rotativo. Col secondo modello resta uguale la forma, ma aumentano del doppio le dimensioni e risulta un peso di 8 grammi.[…] Le frecce oggi in uso pesano da 13 a 20 grammi ciascuna (più pesanti fra le altre sono quelle tedesche), appuntite inferiormente e scanalate per lungo tratto nella parte superiore. Il sistema può raggiungere qualche effetto contro formazioni dense, ma diventa di scarsa efficacia contro quelle rade…”.

Flechettes paragonate alle dimensioni di un proiettile di pistolaSi hanno notizie di ritrovamenti sul fronte italiano di questi piccoli empirici proiettili, in Vezzena a ridosso dei forti austriaci, in Val Sugana e sul Carso, le caratteristiche dei reperti conservati presso i musei di tale zone spiegano che si tratta di freccette italiane (lunghezza cm 11,50 – peso 20/22 gr – diametro 9mm). Un articolo su “Armi Magazine” (settembre 2003) a firma di Alberto de Dominicis e Umberto Zanfrognini svela un altro particolare importante: “Le freccette venivano inserite in contenitori da 50 pezzi, l’involucro recava la scritta in italiano: “50 Frecce Idrovolanti – per aprire il bossolo tirare lo spago”. Segno tangibile dell’uso italiano dell’arma.

Giovanni Dalle Fusine

 

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