La Grande Guerra 1914-1918

 

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ADDIO ALLE ARMI

ERNEST HEMINGWAY

Mondadori

Addio alle armi - Ernest Hemingway

Credo siano davvero in pochi a non aver letto questo celebre romanzo di Hemingway che, all’inizio della sua carriera di scrittore, si trovava proprio di stanza sull’Isonzo, a seguito delle truppe italiane, in qualità di autista volontario della Croce Rossa.

Ernest Hemingway volontario della Croce Rossa, nel 1918Non è dunque questa la giusta sede dove parlare a fondo delle indiscusse doti di uno dei maestri della letteratura Americana del secolo scorso, ma forse l’occasione per far scoprire ai lettori alcuni particolari inediti di “Addio alle Armi”. Chiunque abbia letto il libro o letto il film che ne è stato realizzato, si sarà fatto certamente l’idea che Hemingway abbia vissuto e, soprattutto, visto con i propri occhi la ritirata di Caporetto, nonché la prematura scomparsa della sua compagna, l’infermiera britannica, che tutti hanno compianto al termine del libro. Le cose però non stanno affatto così. Hemingway arrivò in Italia solo nel 1918 e, anche se servì effettivamente come volontario, non conobbe la tragedia di Caporetto se non dai racconti dei superstiti, né ebbe la sfortuna di perdere nessuna donna conosciuta ed amata in quel periodo.

Attenzione dunque, leggere “Addio alle armi”, precipitarsi a vedere la versione cinematografica e poi imbattersi in una biografia del grande scrittore americano potrebbe rivelarsi una sgradita sorpresa. Di contro, ecco la grandezza di Hemingway che, sin dalla prima pagina di questo libro, riesce con l’immaginazione e quelle poche notizie di seconda mano che è riuscito a raccogliere, ad imbastire uno scenario terribilmente credibile, nel quale si muovo personaggi altrettanto “reali” e propri solo delle caotiche e dolorose vicissitudini di Caporetto.

Analogamente, la lunga convalescenza a Milano è solo frutto della fervida immaginazione dell’autore che, ancora una volta, dà prova di gradissimo scittore della “realtà”. “Ho fatto una pace separata”, questa dichiarazione di Frederic (l’alter-ego di Hemingway nel romanzo) durante la sua fuga è la chiave di tutto il romanzo.

La guerra non riesce a impedire alla forza della passione di lasciare che due persone amate vivano insieme, la guerra che, dice molte volte Frederic “fa schifo”. Un libro antimilitaristico che ritrae la tragedia della guerra ma soprattutto ritrae chi è obbligato a combattervi. Figure di amici, di cappellani simpatici e ubriaconi ma anche di vigliacchi e di soldati impazziti nella ritirata. Non a caso, nel museo che sorge nell’antico municipio di Kobarid (Caporetto), in Slovenia, spicca una grande foto di Hemingway, primo e forse unico fra tutti a romanzare ed offrire al grande pubblico fatti concreti accaduti nel momento più tragico della nostra guerra.

Di questo romanzo di Hemingway sono state realizzate ben due versioni cinematografiche.

 

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