La Grande Guerra 1914-1918

 

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CON ME E CON GLI ALPINI

PIERO JAHIER

Mursia

Con me e con gli Alpini - Piero Jahier

Jahier vede nella guerra l’ occasione di superamento della profonda crisi della società italiana. Il suo populismo, che trova maggior spazio nella sua opera più famosa "Con me e con gli Alpini", non supera i limiti di una ideologia alquanto arretrata che ritrae l’ alpino buono e generoso nel sacrificio a lui chiesto in nome della Patria.

L’adesione di Jahier alla guerra nasconde una ricerca di identità dello scrittore, che si appaga nel trovarsi vicino ai suoi alpini. La polemica contro la classe politica italiana e il governo di Giolitti, la rabbia per lo stato della nazione sono i motivi che più fanno presa su tutti coloro che cercano nella guerra un personale " ubi consistam" invece che una vera possibilità di mutamenti politici.

Questo è in sostanta un volume di prose e di liriche che, nonostante l’alto valore della testimonianza "diretta" sulla Grande Guerra, - Jahier era ufficiale degli alpini -, si abbandona sovente ad una celebrazione un po’ ingenua, anche se particolarmente sentita, del sacrificio degli uomini umili, delle classi subalterne.

Un Alpino e il suo fedele muloÈ un diario di guerra scritto al fronte, tra il marzo del 1916 e il luglio del 1917, ma è anche un diario di vita e di valori indelebili e un unicum dal punto di vista letterario, che alterna squarci lirici e poetici a momenti narrativi.

È un racconto di incontri e complicità fra reclute, di fratellanza tra quegli alpini in cui Jahier ritrova i valori in cui si rispecchia: la vita degli umili, la ricerca di purezza e verità, l’amore per la montagna.

Per questo chi legge il suo diario di guerra è con lui e con gli alpini. «Questa è una guerra che continua la nostra vita di popolo povero e buono. È un lavoro che continua quello della vanga: il lavoro del fucile. Se non frutterà a noi, frutterà ai nostri figlioli. Ecco la più bella consolazione. Chi si porta dietro questa, i piedi non gli arderanno mai; e lo zaino peserà appena come sacco di noci per casa.»

Lo spirito umanitario di Jahier, però, non fu mai retorico e cercò anche delle realizzazioni pratiche, come la fondazione dei due giornali "L’Astico" e "Il nuovo contadino", per dare voce ai soldati e ai congedati che stentavano a reinserirsi nella vita civile.

È certamente notevole, nella sua produzione letteraria, il tentativo di rendere l’essenza di tutte le cose, dall’uomo agli oggetti, dai paesaggi ai moti interiori dell’anima, anche e soprattutto in virtù di una scrittura decisamente sperimentale, dove si fondono realismo e ispirazione lirica, linguaggio quotidiano e lingua delle tradizione, toni biblici e gergo burocratico.

 

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