La Grande Guerra 1914-1918

 

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LE FERROVIE MILITARIZZATE
I TRENI ARMATI
I TRENI OSPEDALE
NELLA PRIMA E SECONDA
GUERRA MONDIALE 1915-1945

Mario Pietrangeli


LE FERROVIE MILITARIZZATE I TRENI ARMATI. I TRENI OSPEDALE NELLA PRIMA E SECONDA GUERRA MONDIALE 1915-1945

La storia dei treni armati comincia con la Prima Guerra Mondiale e con essa comincia pure quella dei treni ospedale.

pontoni della regia marina in laguna e lungo i fiumi veneti nella Grande GuerraParadossalmente, la staticità delle linee di fronte, che contraddistinse il primo conflitto mondiale e lo trasformò in una lunga guerra di logoramento, fu in gran parte da attribuire proprio all’enorme sviluppo dei trasporti terrestri per effetto della meccanizzazione. Grazie alle autocolonne, e soprattutto al treno, la velocità di afflusso delle riserve strategiche divenne infatti nettamente superiore alla rapidità di progressione delle forze combattenti, che potevano muoversi solo a piedi e, al massimo, a cavallo. Così, le penetrazioni nelle linee nemiche (già rese difficili dalla prevalenza del binomio difensivo mitragliatrice/trincea su quello offensivo artiglieria/assaltatore) venivano subito arrestate e le posizioni si consolidavano nuovamente. Il grande protagonista di questa nuova mobilità, il treno, veniva usato prevalentemente per i grandi trasporti strategici e logistici, cioè per trasferire soldati, quadrupedi, generi vari e munizioni, in grandi quantità e su lunghe distanze.

Ecco dunque, in sintesi estrema, il contenuto di una produzione editoriale di particolare pregio, che si rivolge a qualsiasi genere di lettore, offrendo un approfondimento estremamente topico - e raramente trattato da altri autori - ma altrettanto importante per comprendere la globalità di molti aspetti dei due conflitti mondiali del secolo scorso. Centinaia e centinaia di carrozze, pianali e vagoni merci si attestavano costantemente alle stazioni lungo tutto lo svolgimento del fronte Italiano, nel nostro caso, e numerosi furono i convogli militari speciali. Obici e cannoni di grosso calibro si spingevano ben oltre, mossi da locomotive a vapore, mentre tradotte e treni ospedale garantivano un servizio continuativo ed efficace per l’afflusso delle riserve e l’evacuazione dei feriti. Dalla stazione di Bassano, ad esempio - retrovia del Grappa - nel 1918 il traffico era divenuto ormai incessante e l’orario ferroviario ordinario era ormai ridotto a un solo paio di corse per garantire prevalentemente il servizio postale civile e il trasporto di qualche viaggiatore. I movimenti su rotaia gestiti dall’intendenza militare proseguivano incessantemente lungo il Canale del Brenta, utilizzando la linea ferroviaria anche con lunghi convogli provenienti da tutt'Italia.

treno ospedale 1918Sin dall'inizio delle ostilità, gli addetti alle ferrovie erano stati velocemente militarizzati e posti agli ordini dei vertici dell'esercito preposti al servizio movimento dei treni. Furono addirittura poste sotto osservazione tutte le gallerie e i ponti, al fine di garantire la perfetta efficenza di questa insostituibile risorsa logistica. Pattuglie di Milizia Territoriale e del personale in servizio alle linee effettuavano ispezioni giornaliere e verificavano le condizioni dei binari - che molto spesso dovevano essere sostituiti a causa delle notevoli sollecitazioni imposte dal transito costante dei pesanti convogli militari. Furono tuttavia impiegati anche veri e propri treni armati, come quelli della Marina italiana, che operarono lungo il tratto di costa tra il Canale d’Otranto e Ravenna e che costituirono un’efficace difesa litoranea mobile. Sul fronte orientale, anche l’Esercito utilizzò analoghi convogli militarizzati, per bombardare le zone operative nemiche del Carso Triestino.

L'autore di questo importante saggio si spinge ben oltre la panoramica globale, analizzando importanti aspetti del tema trattato quali, la storia stessa del Genio Ferrovieri nella Grande Guerra, le caratteristiche e l'organizzazione dei treni ospedale e persino l'iconografica commemorazione del Treno del Milite Ignoto. La puntuale e ricca narrazione dell'autore si congiunge, inoltre, al secondo conflitto mondiale, quando l’avvento del carro e dell’aereo consentì un incremento della mobilità tattico-operativa sufficiente per un ritorno al combattimento manovrato; ai treni rimase il compito dei grandi trasporti strategici e dello sgombero dei feriti e/o malati con i treni ospedale.

Dopo questa lunga cavalcata storica, il saggio estremamente prezioso e approfondito si conclude efficacemente con uno sguardo agli orientamenti futuri del trasporto strategico terrestre.

Durante la sua prestigiosa carriera, il Colonnello Mario Pietrangeli è stato anche il 33° Comandante del Reggimento genio ferrovieri in Castel Maggiore (Bologna). Durante il suo Comando, una componente del dipendente 1° Btg armamento e Ponti è stata impiegata in Albania per la riparazione della rete ferroviaria Albanese dal Maggio 2004 al 10 ottobre 2004. Il Colonnello Mario Pietrangeli è anche autore di numerosi libri tecnici e storici (presenti anche nel suo sito www.pietrangeli.net), articoli, studi e memorie relativi al genio ferrovieri, al Generale Giuseppe Garibaldi, ai trasporti militari, alla intermodalità, alle infrastrutture demaniali e alle problematiche ambientali pubblicati su testate militari, ferroviarie, civili e internazionali.

ULTERIORI RIFERIMENTI

www.pietrangeli.net

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