La Grande Guerra 1914-1918

 

PUBBLICAZIONI SULLA GRANDE GUERRA >NARRATIVA

Per iniziare - Saggistica - Documentazione- Multimedia - Percorsi di lettura

NIENTE DI NUOVO
SUL FRONTE OCCIDENTALE

ERICH MARIA REMARQUE

Mondadori

Niente di nuovo sul fronte occidentale - Erich Maria Remarque

Un’opera commovente, di un autobiografico Remarque che riversa sul libro ciò che ha visto, sentito e provato come soldato del Kaiser nella Grande Guerra, con una narrazione asciutta, fresca, a metà tra un diario e una testimonianza dalla viva voce di chi combattè sul fronte. Ogni capitolo commuove il lettore, da ogni pagina scaturisce una verità asciutta, inedita, terribile. Nessuno vuole diventare eroe, nessuno vuole morire.

L’asettica casualità della morte che in guerra non fa distinzione fra forti o deboli, ma risparmia solo chi sa risvegliare in se stesso l’istinto primordiale di sopravvivenza, nell’attaccamento viscerale alla terra, unico scudo del fante che lo protegge dalla furia dei combattimenti.

Soldato tedesco della Grande GuerraPaolo Baumer, come i suoi compagni Kat, Kropp, Tjaden e Westhus, è decisamente disilluso, non cinico, come spiega, non insensibile, perchè la guerra permette ad alcuni uomini di conservare un brandello di vita e ad altri stabilisce di morire, fa ragionare come insetti. Allora la sopravvivenza non può fare a meno di imporre il proprio "diktat utilitaristico", incapace tuttavia di prevaricare il cameratismo cementato fra i compagni di così tante disgrazie. La guerra li mieterà uno ad uno, come vecchi attori consunti che scendono dal palco, in silenzio, le loro morti non fanno più rumore del malcontento per un rancio saltato o per una notte insonne passata a fare la guardia. Il mostro demagogico del professor Kantorek che come un pifferaio magico incanta i giovani, la “classe di ferro”, a immolarsi senza più identità nella mischia contro altri sventurati.

La trepidazione prima della battaglia, gas irritanti che infiammano i polmoni, l’orrore del corpo a corpo scandito dai fendenti del vanghetto, più devastante della baionetta, i colpi d’artiglieria che “dove cadono fanno cimiteri”.

E in più la consapevolezza della propria inettitudine nel condurre una vita civile, l’incapacità di immaginare, anche solo di sognare un domani, l’attaccamento alla vita non manca, ma è una gioventù logorata, senza radici e senza futuro. Di questo capolavoro di Remarque sono state tratte ben due versioni cinematografiche, la prima nel 1930 (in bianco e nero, muta), la seconda nel 1979 (con Ernest Borgnine, Donald Pleasence e Ian Holm).

 

LaGrandeGuerra.net