La Grande Guerra 1914-1918

 

 

APPROFONDIMENTI

I CORSARI DELLA GRANDE GUERRA

L'EPOPEA DI MAXIMILIAN VON SPEE - LA BATTAGLIA DI CORONEL

Per quasi tutto il XIX secolo l’immensa flotta mercantile britannica non aveva mai subito alcuna interferenza straniera: fino al 1880 la Royal Navy aveva una dimensione pari a quella delle altre sette marine più importanti messe insieme.

Dopo il 1900, la Germania diede il via alla creazione di una Flotta d'alto mare, iniziando a minacciare direttamente l’egemonia navale britannica. Fino ad allora il Kaiser aveva posseduto poco più di una forza di difesa costiera, ma all'inizio del XX secolo cominciò anche progettare corazzate simili a quelle della Royal Navy. Nel frattempo aveva costruito alcuni incrociatori, potenzialmente anche in grado di minacciare le navi mercantili avversarie.

Alfred von TirpitzL'artefice dell’espansione navale tedesca fu l'ammiraglio Alfred von Tirpitz, il cui chiodo fisso era la costruzione delle corazzate (le famose “Dreadnought” inventate dagli inglesi). La sua filosofia navale era stata definita “la teoria del rischio”, costituire cioe’ una minaccia per la Royal Navy grazie a una forza di corazzate che, pur non esattamente in grado di sconfiggerla, ne avrebbe limitato il potere, minacciandola con il pericolo di rovinosi attacchi di sorpresa. Guglielmo II, per quanto fosse per metà inglese e ammiraglio onorario della Royal Navy, abbraccio’ completamente la teoria del rischio di Tirpitz. Il suo pensiero strategico si formò sulla base dell'amore-odio per la supremazia mondiale britannica. Il Kaiser desiderava anche fondare un impero oltremare sul modello britannico, il che richiedeva la creazione di una flotta di incrociatori per il servizio all'estero. Inizialmente Tirpitz si dimostro’ favorevole alla costruzione degli incrociatori, ma dopo l'approvazione della legge navale nel 1900 osteggiò il progetto. A quel punto, però, le mire imperiali tedesche erano ormai inarrestabili. Tirpitz, il creatore della marina tedesca, si era opposto alle spese per gli incrociatori. Nel suo rapporto del giugno 1897, sul quale si basava il programma navale imperiale tedesco, scrisse che “le incursioni contro le navi mercantili e la guerra transatlantica contro l'Inghilterra hanno così poche speranze, data la nostra carenza di basi e l'abbondanza di quelle inglesi, che dobbiamo ignorare questo tipo di guerra”. In seguito avrebbe rivisto tale posizione, ma essa intanto determinò la composizione e lo schieramento della flotta tedesca nel 1914, con grande vantaggio della Gran Bretagna.

Nell'agosto 1914 era opinione comune che tra le unità da battaglia inglesi e tedesche si sarebbe arrivati ad uno scontro senza precedenti nel mare del nord. Una volta conquistato il controllo, la marina britannica avrebbe potuto distruggere la flotta mercantile della Germania, costringendola alla resa a causa dell’Embargo: questo secondo le teorie geopolitiche allora accettate dell'ammiraglio americano Alfred T. Mahan, esperto di strategia navale. Gli inglesi tuttavia sarebbero rimasti delusi. Le strategie della loro flotta garantivano e miravano ad una seconda Trafalgar.

La marina da guerra tedesca era numericamente inferiore a quella dell'avversario, disponendo, nel 1914, di sole 15 moderne corazzate più 5 in costruzione contro 20 e 15 inglesi. Per gli incrociatori da battaglia i numeri erano 4+3 contro 9+1; per le corazzate pre-dreadnought 30 contro 40; per gli incrociatori 16+6 contro 31+20.

Marina Inglese e Tedesca a confronto

Nell'ultima parte del XIX secolo le compagnie di commercio estero tedesche avevano creato teste di ponte in Africa orientale, occidentale e sudoccidentale, in Nuova Guinea e nelle isole del Pacifico. Nel 1914 la bandiera tedesca sventolava sull’Africa Orientale Tedesca (l'odierna Tanzania), sul Togo e sul Camerun in Africa occidentale, sulla Papua Nuova Guinea settentrionale e su un nutrito gruppo di isole del Pacifico: Bismarck, Marshall, Caroline, Marianne e Samoa. Alcuni dei territori erano stati annessi completamente, altri - come le Caroline -, atolli remoti senza apparente valore, erano stati acquistati prepotentemente dalla Spagna durante il collasso del suo impero dopo la sconfitta subita dagli Stati Uniti nel 1898. In seguito alla guerra cino-giapponese del 1894, la Germania si era anche unita ad altre potenze europee nell’annessione di territori sulle coste della Cina. Ad esempio, il porto di Tsingtao, nel Mar Giallo, fu rapidamente trasformato in scalo ben equipaggiato per flotta di navi passeggeri tedesche. I possedimenti oltremare del Kaiser erano collegati alla madrepatria via cavo, come quelli britannici.

L'artefice dell’espansione navale tedesca fu l'ammiraglio Alfred von Tirpitz, il cui chiodo fisso era la costruzione delle corazzate (le famose “Dreadnought” inglesi)

Tuttavia, consapevole della vulnerabilità del suo sistema di cavi, anche la Germania aveva investito rapidamente nelle nuove tecnologie del telegrafo senza fili e nel 1914 disponeva della “rete più avanzata” del mondo. La Telefunken, la principale società tedesca produttrice di apparecchi radiofonici, era un pioniere delle trasmissioni a “onda continua”, che consentivano l'uTelefunkenso di numerosi canali separati e quindi “aumentavano notevolmente la quantità di traffico che poteva essere trasmesso nell'etere”. La Telefunken si impegnò a fondo anche per aumentare il raggio d'azione delle stazioni radio governative tedesche. Nel 1914 la trasmittente principale di Nauen, alla periferia di Berlino, poteva collegarsi con Kamina, nel Togoland, a oltre 4500 chilometri di distanza, mentre Kamina poteva comunicare con Windhoek, nell’Africa Sudoccidentale Tedesca, con Dar-es-Salaam, nell’Africa Orientale Tedesca, e con Duala, in Camerun. Vi erano altre stazioni radio a Yap e Augaur nelle Caroline, a Nauru nelle Marshall, ad Apia nelle Samoa, a Rabaul nelle Bismarck e a Tsingtao. Ma le stazioni più lontane si trovavano al di fuori del raggio d'azione di Berlino e del Togoland, e potevano essere collegate unicamente con messaggi inviati via cavo, dei quali l'unico di proprietà tedesca era quello fra Monrovia, in Liberia, e Pernambuco, in Brasile, due paesi che nel 1914 sarebbero rimasti neutrali.

Dato che, nel 1914 le principali navi da guerra del Kaiser, analogamente a quelle delle flotte britannica, americana, francese, italiana e russa, erano dotate di radio che, in circostanze favorevoli, potevano trasmettere a oltre 1600 chilometri. Ciò si sarebbe dimostrato di grande importanza per le operazioni navali britanniche all'inizio della Grande Guerra perché, dato il proprio autocompiacimento per il dominio sulla rete mondiale di cavi, la Gran Bretagna non aveva seguito la Germania nel notevole sviluppo di trasmittenti a lungo raggio basate a terra.

Guglielmo MarconiIl Regno Unito infatti, nel 1909 possedeva solo tre stazioni a lungo raggio: a Cleethorpes, in Gran Bretagna, a Gibilterra e a Malta, e nonostante nel 1912 fosse stato firmato un contratto con la società italiana di Guglielmo Marconi per la costruzione di una “Imperial Wireless Chain” (rete telegrafica imperiale), questa non fu completata che nel 1915-16.

Ironicamente il successo ecclatante della Imperial Wireless Chain si dimostro' essere, per Marconi, una lama a doppio taglio che doveva ben presto rivoltarsi contro di lui. Cosi' grande era la minaccia del Sistema a fascio per gli interessi dei cavi dell'impero che nel 1929, su istigazione del Governo Britannico e dei Domini, la Cable & Wireless Ltd. venne costituita per rilevare gli investimenti e i diritti sul brevetto e sul traffico, le licenze e cosi' via della Marconi's Wireless Telegraph Company e delle Cable Companies e cosi' l'ambizione di tutta la vita di Marconi di sviluppare una propria rete commerciale telegrafica su tutto il mondo ando' in frantumi.

Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale gran parte delle stazioni dell'impero, compresa quella della lontana colonia delle Falkland nell’Atlantico meridionale, erano di bassa potenza e avevano pertanto un raggio di trasmissione decisamente limitato. Le comunicazioni strategiche venivano assicurate dalla rete di cavi che il Comitato di difesa imperiale britannico si era assicurato potesse essere interrotto solo con un programma di taglio dei cavi realizzabile esclusivamente dalla Gran Bretagna, che possedeva 28 navi posacavi, il doppio di quelle esistenti nel resto del mondo.

La Telefunken si impegnò a fondo anche per aumentare il raggio d'azione delle stazioni radio governative tedesche. Nel 1914 la trasmittente principale di Nauen, alla periferia di Berlino, poteva collegarsi con Kamina, nel Togoland, a oltre 4500 chilometri di distanza

Quando nel 1914 scoppiò la guerra, gli scontri navali in acque lontane dalla madre patria si sarebbero sviluppati in modi diversi: una piccola flotta di incrociatori tedeschi (quella che oggi chiameremmo una ‘task force”), in grado di comunicare con la propria base solo in modo intermittente, si sarebbe opposta a un nemico molto più numeroso - appoggiato in alcune zone dalle unità navali giapponesi, francesi e russe - collegato da un sistema di comunicazioni radio e via cavo, che si dimostrò, a dir poco, irregolare. Anche se l’intelligence e gli strumenti di comando di entrambi gli schieramenti avevano dunque compiuto passi da gigante, rispetto ai secoli precedenti, gli incontri - e i mancati incontri - delle flotte avversarie avvennero in modo quasi altrettanto casuale a quello di Nelson e Napoleone nel 1798!

L'inizio delle ostilità fra Gran Bretagna e Germania, il 4 agosto 1914, trovò le principali flotte da battaglia ancorate nelle rispettive basi. La Flotta d'alto mare tedesca era alla fonda nei porti del Mare del Nord, mentre la British Grand Fleet era all'ancora nelle acque di Scapa Flow, a nord della Scozia. Questa base era stata scelta in modo da impedire ai tedeschi l'uscita dal Mare del Nord. La Grand Fleet era superiore alla flotta tedesca, schierando 21 navi da battaglia monocalibro, o “Dreadnought”, e 4 incrociatori da battaglia contro 4 Dreadnought e 4 incrociatori da battaglia del Kaiser.

Cartolina Militare della Marina BritannicaEntrambe le marine utilizzavano anche numerose navi da battaglia obsolete “pre-dreadnought”: i tedeschi le nascondevano nel Baltico, i britannici a Portland, per bloccare la Manica. Gli inglesi, ormai caduti nella trappola della “teoria del rischio” di von Tirpitz, avevano constantemente timore che i tedeschi potessero “uscir fuori” dal bacino in cui erano costretti, anche se la loro strategia, a dirla tutta, prevedeva di agire solo se fossero stati sicuri di potersi ritirare senza pericolo.

La Royal Navy desiderava distruggere i navigli del Kaiser; lui, invece, desiderava soltanto tenere i britannici “a rischio”. Soltanto nei mari più remoti era dunque possibile uno scontro improvviso, nel vecchio stile “nelsoniano”. Nel Mediterraneo, inizialmente, la “Mittelmeerdivision” tedesca ottenne subito un successo incredibile. L'incrociatore da battaglia Goeben e l'incrociatore leggero Breslau, eludendo gli sforzi inglesi per neutralizzarli, riuscirono a spingersi fino a Costantinopoli unendosi cosi’ alla marina turca. All'inizio di novembre entrarono dunque nel Mar Nero, cannoneggiando i porti russi e inaugurando in questo modo la guerra fra la Turchia e la Russia (coinvolgendo di conseguenza i suoi alleati britannici e francesi). Una delle conseguenze di questi sviluppi sarebbe stata la campagna di Gallipoli.

L’EPOPEA DI MAXIMILIAN VON SPEE

Gli unici veri teatri di battaglia navale, che videro Gran Bretagna e Germania affrontarsi lontane dai bacini territoriali e dalla madrepatria, furono l’Oceano Pacifico meridionale, in prossimita’ delle coste del Cile, e l’Atlantico, nella zona delle Isole Falkland. Eroe tedesco di quella che, nel giro di pochi mesi, si impose all’attenzione del grande pubblico come vera e propria epopea bellica navale, fu il grande ammiraglio tedesco, comandante della Squadra incrociatori dell'Asia orientale, conte Maximilian von Spee (Maximilian Johannes Maria Hubert Graf von Spee). Maximilian von SpeeAristocratico, cattolico e dotato di spirito combattivo e pura dedizione agli sforzi imperiali tedesca, von Spee era tenuto in altissima considerazione dai suoi ufficiali e dai suoi uomini. Nell'agosto 1914 la forza di incrociatori tedeschi schierata oltremare era formata da 8 navi, di cui 5 componevano la Squadra incrociatori dell’Asia orientale, di base a Tsingtao, in Cina: lo Scharnhorst, lo Gneisenau, il Leipzig, il Nurnberg e l'Emden. Lo Scharnhorst e lo Gneisenau erano “incrociatori corazzati”, come veniva definito quel tipo di nave, imbarcavano un armamento principale di 8 cannoni da 280 millimetri e potevano raggiungere i 20 nodi; entrambi varati nel 1907, costituivano l'artiglieria di punta della flotta d'oltremare del Kaiser. Il Leipzig, il Nurnberg e l'Emden erano incrociatori leggeri, varati nel 1906-08, armati di cannoni da 104 millimetri e in grado di raggiungere i 24 nodi. Dello stesso tipo erano il Konigsberg, basato nell’Africa Orientale, e il Dresden, che incrociava al largo della costa atlantica del Sudamerica. Allo scoppio della guerra, il Leipzig si trovava al largo delle coste occidentali del Messico a protezione dei cittadini tedeschi, poiché nel paese era in corso la guerra civile; il Nurnberg era in navigazione per sostituirlo, ma si trovava ancora più vicino alla Cina che alla sua destinazione. L'Emden aveva appena lasciato Tsingtao e stava navigando a tutta forza per raggiungere la squadra principale nel Pacifico centrale. Il suo compito era quello di proteggere e organizzare le navi carboniere che, se fosse iniziata una campagna navale, avrebbero dovuto unirsi a von Spee.

All’epoca ogni tipo di naviglio doveva pianificare attentamente i rifornimenti di carbone, lungo l’intera rotta prefissata. A causa della scarsa autonomia di navigazione, imposta da questo tipo di prezioso combustibile (l'olio combustibile aveva da poco iniziato a sostituire il carbone nelle più moderne navi da guerra: per esempio, le turbine delle nuove veloci corazzate della classe Queen Elizabeth funzionavano a nafta), il ruolo delle navi carboniere (i “Collier” in Inglese) era pertanto di primaria importanza, forse ancor piu’ rilevante di quello degli stessi vascelli da guerra. La necessita’ di rimpinguare le scorte di carbone costringeva alla visita di una base, a intervalli inferiori alla settimana o, cosa ancor più noiosa, ad un rendez-vous con una nave carboniera (per la complessa operazione di trasferimento di centinaia di tonnellate di combustibile da un ponte all’altro, sia in un ancoraggio sia, se il tempo lo permetteva, in mare aperto).

All’epoca ogni tipo di nave pianificava attentamente
i rifornimenti di carbone, lungo l’intera rotta prefissata.

La maggior parte delle navi carboniere si riforniva dalle basi locali, per poi unirsi ai convogli militari o percorrere sistematicamente tratti di mare prefissati, diventando cosi’ una specie di “stazioni di servizio” erranti, pronte a rifornire anche qualsiasi nave alleata in difficolta’. In oltre 250 anni la Gran Bretagna aveva accumulato una miriade di basi in tutto il globo, comprese Hong Kong, Singapore, le isole Cocos (o Keeling) nell'Oceano Indiano, e le Falkland nell'Atlantico meridionale. Quasi tutte le basi britanniche erano dotate di strumenti di trasmissione via cavo e/o radio e, come dicevo poc’anzi, di scorte di carbone. La Royal Navy, con moltissime stazioni di rifornimento, poteva risparmiarsi il problema del trasporto di carbone in mare, mentre gli incrociatori tedeschi dovevano quasi sempre spostarsi con le proprie navi carboniere – in alternativa avrebbero dovuto fissare appuntamenti con esse, incontrandole in remote insenature, defilate dalle possibili perlustrazioni nemiche.

 

I TEDESCHI, GLI SCORRIDORI DEI MARI

Il Kaiser, Guglielmo IINonostante le forti critiche e i dubbi di Tirpitz, la marina d'oltremare tedesca si lancio’ contro le navi mercantili avversarie fin dall’inizio della Grande Guerra. Gli ordini ufficiali del Kaiser recitavano: “…le navi all'estero devono condurre la “guerra di corsa”, a meno che non ricevano ordini contrari. Le unità non adatte alla “guerra di corsa” dovranno essere impiegate come incrociatori ausiliari. Le aree di operazioni sono l'Atlantico, l'Oceano Indiano, il Pacifico ... Le nostre navi all'estero non potranno contare ne' su rinforzi, ne' su grandi quantità di rifornimenti ... L'obiettivo della “guerra di corsa” è menomare il commercio nemico; ciò deve essere fatto ingaggiando, se necessario, forze nemiche inferiori o equivalenti”.

Guerra di corsa” significava, in sostanza, rispolverare antiche strategie piratesche e assaltare vessilli inferiori, in potenza di fuoco e resistenza, per distruggerli senza pieta’. Del resto, la vulnerabilità del commercio nemico era palese. Con piu’ di 2000 vascelli a vapore, la Germania era la seconda potenza mercantile del mondo, ma la sua flotta mercantile era nettamente superata da quella inglese, che contava almeno il quadruplo delle unita’ del Kaiser; inoltre, se consideriamo il resto delle navi coloniali/imperiali britanniche, arriviamo ad oltre il 40% per cento dell'intera flotta mercantile mondiale. L’Inghilterra e’ un isola e, come tale, piu’ dei 2/3 del suo fabbisogno di materie prime, cibo, combustibili e quant’altro, le arrivava appunto dal mare.

A rendere ancor piu’ appetibile questa facile preda ai nemici pan-europei, l'Ammiragliato inglese aveva involontariamente contribuito, eliminando il sistema dei convogli (che avevano richiesto ingenti sforzi organizzativi durante le guerra con la Francia del periodo 1793-1815).

I Corsari

Fra tanti mascalzoni consacrati e glorificati dalla storia vanno senz’altro segnalati i corsari. La differenza rispetto ai pirati comuni e’ il possesso di una “lettera di corsa”, una specie di “garanzia” con cui questi filibustieri dei mari venivano autorizzati dal governo ad assaltare e depredare i bastimenti di una nazione nemica.

Robert Surcouf, "re dei corsari"I corsari possono essere definiti “pirati con licenza”, dei fuorilegge graziati con una specie di “condono”, tramutato in una vera e propria condanna ad esercitare la “professione” legalmente, agli ordini di un sovrano. Nella storia della Francia, as esempio, un corsaro sembra addirittura aver lasciato un segno indelebile: Robert Surcouf. Dopo una vita di razzie e scorribande in giro per l’Oceano Indiano, Surcouf venne addirittura nominato barone da Napoleone stesso, che gli riconobbe il titolo di “re dei corsari”, con un bottino di ben 47 vascelli, perlopiu’ inglesi, catturati con il suo leggendario vascello corsaro “Le Revenant”. Non a caso in Francia e’ apparsa di recente una catena di megastore di informatica, che prende il nome del “re dei corsari” e sfoggia nel suo logo ufficiale un tipico forziere piratesco!

A parte i convogli di truppe, nel 1914 non esistevano piani per proteggere le navi mercantili inglesi: fino alla crisi del 1917 (causata dagli attacchi indiscriminati degli U-Boot tedeschi) la Marina Reale Britannica non si sarebbe resa conto di questa sua gravissima vulnerabilita’. Gli inglesi dunque, credevano che, nonostante la forte concentrazione di navi da guerra nel Mare del Nord e nelle sue vicinanze, rimanessero navigli a sufficienza per garantire la loro presenza navale mondiale, in tutte le acque di Cina, Nuova Zelanda, Australia, Nordamerica e Indie occidentali, Sudamerica, Africa, Mediterraneo e Indie orientali.

L'incorciatore britannico MinotaurAllo scoppio della guerra, alcune delle unità di stanza in quelle zone - cannoniere fluviali e incrociatori obsoleti non erano adatte alle operazioni oceaniche. Fra quelle che potevano essere comprese nell'ordine di battaglia c'erano la vecchia corazzata Triumph, gli incrociatori corazzati Minotaur e Hampshire, e gli incrociatori leggeri Newcastle e Yarmouth nell'area cinese; il moderno incrociatore leggero Glasgow nell'area del Sudamerica; la vecchia corazzata Swiftsure, l'incrociatore leggero Dartmouth e il vecchio incrociatore leggero Fax nell'area delle Indie orientali; e nelle aree di Australia e Nuova Zelanda il moderno incrociatore da battaglia Australia e gli incrociatori leggeri Sydney e Melbourne della Reale marina australiana e i vecchi incrociatori leggeri Encounter e Pioneer.

L'Australia e la Nuova Zelanda (l'incrociatore da battaglia New Zealand, da esse pagato, serviva con la Grand Fleet nelle acque di casa) avevano accettato che, in caso di guerra, le loro navi viaggiassero sotto il controllo dell’Ammiragliato. Per quanto numerose - in tutto erano 14 - queste navi da guerra erano di qualità diseguale. L'Australia poteva affondare qualsiasi incrociatore coloniale tedesco senza nessun rischio per se stessa, ma nelle fasi iniziali fu assegnata alla difesa dei convogli di navi trasporto truppe del corpo di spedizione australiano e neozelandese; il Dartmouth, il Sydney e il Melbourne erano i corrispettivi dei moderni incrociatori leggeri tedeschi; gli incrociatori corazzati britannici, il Minotaur e lo Hampshire, erano obsoleti e di livello inferiore alle unità tedesche.

Anche le forze navali francesi, russe e giapponese parteciparono, piu’ o meno attivamente, a questo nuovo tipo di guerra al commercio. Il Giappone, in particolar modo, schierandosi contro la Germania (la sua dichiarazione di ostilità fu fatta solo per interesse), mutò radicalmente l'equilibrio a svantaggio del Kaiser.

Gli incrociatori corazzati erano diventati un'anomalia: troppo deboli per combattere gli incrociatori da battaglia e troppo lenti per raggiungere gli incrociatori leggeri, potevano combattere unicamente con navi della loro classe. Nella successiva “guerra di corsa” fu una vera disgrazia per la Royal Navy che i suoi incrociatori corazzati fossero inferiori ai tedeschi, e che entrambi fossero inferiori alla nuovaChristopher Cradock classe di incrociatori da battaglia. Allo scatenarsi delle ostilita’, l’ammiraglio Christopher Cradock, comandante delle flotte del Nordamerica e delle Indie occidentali, ricevette molti incrociatori corazzati che non avrebbero preso parte alla "guerra di corsa", alla quale avrebbe invece partecipato il pari classe Monmouth. Distaccato in Sudamerica, il Monmouth si unì infine alla squadra che Cradock stava formando per contrastare la “guerra di corsa”. Lo stesso avvenne per il Good Hope, un altro incrociatore corazzato distaccato sotto il suo comando. I suoi ultimi rinforzi furono la vecchia corazzata Canopus, varata nel 1896 e l'Otranto, un incrociatore mercantile armato. Anche le forze navali francesi, russe e giapponese parteciparono, piu’ o meno attivamente, a questo nuovo tipo di guerra al commercio. Il Giappone, in particolar modo, schierandosi contro la Germania, mutò radicalmente l'equilibrio del potere navale nel Pacifico a svantaggio del Kaiser. Vale la pena di sottolineare che il Giappone, il cui esercito era stato addestrato dai tedeschi, non aveva alcun risentimento nei confronti tedeschi: la sua dichiarazione di ostilità fu fatta solo per interesse. Aveva astutamente ipotizzato che, schierandosi con la Gran Bretagna e la Francia, avrebbe acquisito il possesso della catena di isole tedesche nel Pacifico: Marianne, Caroline e Bismarck. In seguito, le mire geopolitiche dell’impero del Sol si concretizzarono.

L'aquila imperiale tedesca, incisa sulle rocce del porto di Tsing TaoIl Giappone assedio’ subito il porto di Tsingtao, la cui fortezza tedesca avrebbe resistito fino al 7 novembre, 1914. Il comandante della guarnigione era rimasto isolato dal resto del mondo fin dal 14 agosto, quando la nave posacavi britannica Patrol aveva reciso i cavi con Shanghai e Tschifu. Con la partenza della Squadra incrociatori dell’Asia orientale avvenuta alcune settimane prima, la sua guarnigione aveva, dulcis in fundo, anche perso ogni speranza di fuga. L'ammiraglio von Spee se n'era andato il 14 giugno, dirigendosi verso le isole tedesche del Pacifico con le sue navi pesanti. Il 4 agosto venne a sapere non solo che la Gran Bretagna aveva dichiarato guerra, ma anche che “il Cile era un paese amico neutrale” e che “il Giappone sarebbe rimasto neutrale”. Sulla base di queste informazioni parzialmente corrette, von Spee decise la propria linea d'azione immediata. Sapendo che le forze britanniche in Cina comprendevano una corazzata e che l'HMS Australia, in grado di distruggere tutta la sua squadra, incrociava più a sud, il 5 agosto si mise in rotta per Pagan, dove il 12 venne raggiunto dall’Emden, dall'incrociatore mercantile armato Prinz Eitel Friedrich e dal rifornitore York, accompagnati da 4 navi carboniere. Il fatto che altre 4 fossero state affondate o catturate lungo la rotta dalla corazzata britannica Triumph e dall'incrociatore armato Minotaur, era un avvertimento dei pericoli che incombevano.

Il Pacifico nordoccidentale stava diventando un posto troppo pericoloso per la Squadra incrociatori dell'Asia orientale, e di lì a poco lo sarebbe diventato ancor di più dopo l'entrata in guerra del Giappone, il 23 agosto. Il Giappone non era ancora una potenza navale di primo piano, come sarebbe diventato vent'anni dopo, ma durante la Grande Guerra era in grado di distruggere tranquillamente l’intera flotta asiatica tedesca. Von Spee decise allora di trasferirsi, puntando a sudest, in direzione del Cile, un paese con molti cittadini tedeschi, simpatizzante per la causa del Kaiser, e con un labirinto di insenature nelle quali i “corsari” del Kaiser si sarebbere potuti facilmente annidare e nascondere. Ad ogni modo, violando un principio fondamentale, prima di partire von Spee decise di dividere la sua forza. Se non lo avesse fatto, avrebbe ridotto le possibilita’ di essere avvistato dal nemico che, dal canto suo, si trovo’ costretto a distribuire le proprie forze su piu’ raggruppamenti. A questo punto e’ utile sottolineare che, come abbiamo visto, a quell’epoca non esisteva il sonar, ne’ il radar o qualsiasi altro strumento di osservazione e comunicazione avanzata, che e’ invece ormai parte integrante della tecnologia contemporanea. Riuscire a scovare o ad avvistare un vascello nemico, una volta raggiunto il mare aperto, era dunque una circostanza fortuita, supportata al piu’ da informazioni verbali trasmesse da altre navi che lo avevano casualmente incrociato.

Il Giappone non era ancora una potenza navale di primo piano, come sarebbe diventato vent'anni dopo, ma durante la Prima Guerra Mondiale sarebbe stato in grado di distruggere tranquillamente la flotta asiatica tedesca.

L’ammiraglio Von Spee partì quindi per la sua traversata del Pacifico con tre sole navi, per sfidare, in solitario, il potere navale britannico negli oceani meridionali. Insieme a lui c'erano l'incrociatore mercantile armato Prinz Eitel Friedrich, otto navi carboniere e il mercantile armato Cormoran. La prima destinazione della squadra, era Eniwetok, nelle Isole Marshall, che quasi quarant'anni dopo sarebbe stata lo scenario di un test nucleare americano. Von Spee si rifornì di carbone nella laguna dell'atollo fra il 19 e il 22 agosto, quindi si mise in navigazione alla volta di Majuro, anch’essa nelle Marshall. Durante il trasferimento distaccò il Prinz Eitel Friedrich e il Cormoran perché attaccassero il naviglio mercantile; il primo lo avrebbe raggiunto più avanti, il secondo, rimasto senza carbone, fu obbligato ad accettare l'internamento sull'isola americana di Guam. Inviò anche il Nurnberg a Honolulu, già possedimento americano, con messaggi da inviare via cavo a Berlino (l’America non era ancora entrata in guerra). I calcoli di von Spee furono particolarmente astuti. Visto che il Nurnberg era stato avvistato l'ultima volta lungo la costa messicana, e che non era stata data notizia del suo ricongiungimento con la flotta principale, il suo arrivo a Honolulu non avrebbe rivelato la posizione di quest'ultima.

L'atollo di Bora-BoraIl Nurnberg si riunì infine a von Spee il 2 settembre, dopo essere passato dalla vicina isola Fanning per tagliare il cavo britannico tra Fiji e Honolulu. L'azione rischiò di rivelare la sua posizione e, in effetti, nel corso del mese successivo von Spee mostrò la spericolatezza tipica di un vero pirata ottocentesco. Giunto all'isola Christmas, decise di dirigersi verso Samoa, che non era più tedesca in quanto era stata conquistata il mese precedente da una forza di spedizione neozelandese. Accettò di confrontarsi con una forza superiore, forse persino con l'Australia, ma evidentemente ritenne che, avvicinandosi all'alba, avrebbe potuto prevalere impiegando i siluri, un'ipotesi alquanto ottimistica. Per sua fortuna il porto di Apia era vuoto, sicché se ne andò, lasciando però dietro di se una traccia indelebile. Dopo aver percorso altre 500 miglia verso est si fermo’ a Bora-Bora, nelle Isole della Società francesi, i cui abitanti non sapevano ancora nulla della guerra. Gli offrirono viveri e rifornimenti, mentre le navi si rifornivano di carbone. Il suo obiettivo successivo era Papeete, la capitale di Tahiti francese, dove però le notizie della guerra erano giunte alla guarnigione, che diede fuoco alle scorte di carbone e organizzò la resistenza.

Non vi era stazione radio, ma mentre von Spee si allontanava il governatore inviò una nave a Samoa con un messaggio, che giunse all’Ammiragliato il 30 settembre. Berlino aveva perso i collegamenti con la squadra da quando, con la caduta di Rabaul in mano agli australiani, si era interrotto il collegamento con Nauen. L'alto comando navale tedesco si aspettava che von Spee si dirigesse verso il Sudamerica e forse, via Capo Horn, nell’Atlantico. Al contrario, la massima preoccupazione dell’Ammiragliato britannico era che von Spee potesse spostarsi verso est, per operare nelle acque dell’Australasia e nell'Oceano Indiano, dove stavano navigando i grandi “convogli imperiali” che trasportavano in Europa i soldati australiani, neozelandesi e indiani. I suoi timori erano amplificati dal successo di von Muller con l'Emden che stava falcidiando il traffico mercantile britannico nell'Oceano Indiano, proprio come secoli prima aveva fatto il corsaro francese Robert Surcouf.

Per opporsi alla comparsa di von Spee nell’Atlantico meridionale, l'Ammiragliato iniziò a schierare le sue navi fin dalla prima settimana di settembre. Le circostanze locali, e in particolare la guerra civile messicana, avevano creato nel mese di agosto una concentrazione di navi nei Caraibi. Il 3 settembre l'ammiraglio Cradock, comandante delle unità in Nordamerica, comunicò: “..Good Hope... in visita alle St Paul's Rocks, giungerà a Pernambuco il5 settembre per ricevere ordini, Cornwall è in contatto radio e si dirige a sud. Glasgow riferisce che si sta dirigendo con il Monmouth e l'Otranto verso lo Stretto di Magellano, dove sono segnalate numerose navi tedesche, presumibilmente carboniere, e dove sembra probabile si concentrino gli incrociatori tedeschi provenienti da Cina, Oceano Pacifico e Oceano Atlantico".

Pernambuco, la punta orientale del Brasile, si affacciava sulle principali rotte commerciali con l'Argentina, luogo di provenienza di gran parte della carne britannica. Le St Paul's Rocks, isolette allargo di Pernambuco, erano un logico punto di rifornimento di carbone per le unità tedesche dedite alla distruzione delle navi mercantili e sarebbero state utilizzate intensamente per gli appuntamenti di rifornimento degli U-Boot nel corso della seconda guerra mondiale.

Lo Squadrone tedesco lascia Valparaiso, il 3 novembre 1914I porti sudamericani erano pieni di carboniere noleggiate dagli agenti tedeschi locali per rifornire le unità che attaccavano i traffici mercantili, come segnalato da Cradock. Per evitare che il Dresden entrasse nel Pacifico, ai primi di settembre l'ammiraglio Cradock inviò nello Stretto di Magellano, all’estremità meridionale del Sudamerica, il Glasgow, il Monmouth e 1'Otranto. Nel frattempo il Dresden, dopo aver colato a picco una carboniera britannica allargo del Rio de la Plata, si portò a sua volta nello Stretto di Magellano e quindi, seguendo il consiglio dell'ammiragliato tedesco di “operare con il Leipzig”, entrò nel Pacifico il 18 settembre. Le notizie sui movimenti del Dresden indussero Cradock, disastrosamente come risultò in seguito, a portare il Good Hope, la sua nave ammiraglia, anch'esso a sud dello Stretto di Magellano, dove il 14 settembre si uni’ al Glasgow e al Monmouth.

Le comunicazioni fra l'Europa e i mari del Sudamerica erano complicate. L'Ammiragliato britannico usava la sua rete intatta di cavi sottomarini per inviare messaggi a Cerrito, in Uruguay, da dove venivano ritrasmessi via radio alla stazione a bassa potenza delle isole Falkland, ottenendo così collegamenti abbastanza rapidi con le navi nell'Atlantico meridionale. Comunicare con il Pacifico meridionale, invece, era più difficile. La stazione delle Falkland non riusciva normalmente a raggiungere il Pacifico, a causa delle condizioni atmosferiche e della cordigliera andina, cosicché le navi da guerra dovevano entrare in porto a intervalli regolari per ritirare i cablogrammi, una procedura noiosa che generava molti ritardi.

Lo ScharnhorstI tedeschi trasmettevano via radio da Nauen, alle massime distanze, ai loro consoli, che comunicavano a loro volta via cavo con le navi mercantili nel porto più vicino alla posizione di von Spee. Dato che i governi sudamericani erano assai permissivi per quanto riguardava le regole della neutralità, i comandanti delle navi mercantili inoltravano via radio i messaggi e ritrasmettevano per la stessa via quelli ricevuti. Il 14 settembre l'Ammiragliato inviò a Cradock un lungo messaggio che creava i presupposti per la distruzione della sua nave e della sua squadra: “Vi è una forte probabilità che lo Scharnhorst e lo Gneisenau giungano nello Stretto di Magellano o sulla costa occidentale del Sudamerica ... Lasciare forze sufficienti con il Dresden e il Karlsruhe. Concentrare una squadra di forza sufficiente per incrociare lo Scharnhorst e lo Gneisenau, usando le isole Falkland quale base per il rifornimento di carbone. La Canopus è attualmente in rotta per Albrohos, il Defence sta per unirsi a voi dal Mediterraneo. Fino a quando il Defence non si unirà a voi, mantenete almeno la Canopus con la vostra ammiraglia. Non appena disporrete di una forza superiore, setacciate con la squadra lo Stretto di Magellano, pronti a riportarvi a coprire il Rio de la Plata o, in base alle informazioni, setacciare a nord fino a Valparaiso. Interrompere il traffico commerciale tedesco e distruggere gli incrociatori tedeschi”.

Si trattava di una direttiva più strategica che tattica, e ad ampio spettro, che assegnava a Cradock il compito di coprire sia la costa atlantica del Sudamerica, sia la costa del Pacifico fino al punto chiave di Valparaiso, in Cile. Gli ordinava di condurre sia azioni contro il traffico commerciale sia una campagna contro gli incrociatori. Gli prometteva una nave, il Defence, che in seguito sarebbe stata trattenuta in Mediterraneo (se fosse arrivata, non si sarebbe trovato in inferiorità quanto a potenza di fuoco). Considerava quale suo equivalente la Callopus, una corazzata obsoleta che non lo valeva. E, implicitamente, prevedeva che Cradock riportasse una vittoria.

Quando venne inviato, il messaggio mostrò come l'Ammiragliato ignorasse completamente la posizione di von Spee. Tutto ciò che sapeva era che si trovava da qualche parte nel Pacifico sudorientale: un esercizio di localizzazione che aveva un’approssimazione di migliaia di miglia e di centinaia di gradi, sia in longitudine sia in latitudine. Il 16 settembre giunse una correzione: “Situazione variata. Scharnhorst e Gneisenau allargo di Samoa il 14 settembre... virano a sinistra per Nord-Ovest (ritornando verso le Bismarck) ... attaccare immediatamente il traffico mercantile tedesco sulla costa occidentale dell'America... Non è necessario concentrare gli incrociatori. Due incrociatori e un mercantile armato sembrano sufficienti per lo Stretto di Magellano e la costa occidentale. Riferire cosa proponete per la Canopus”.

Il messaggio da Samoa era la conseguenza della visita mal calcolata di von Spee di due giorni prima, che, se fosse stata presente la flotta australiana, avrebbe potuto trasformarsi in una disfatta. Due settimane più tardi l'ammiraglio tedesco si era trasferito nelle lontane isole Marchesi, l'ultimo avamposto dell'impero francese nel Pacifico. Qui poté nuovamente rifornirsi di carbone in acque protette e imbarcare cibo fresco, procurato dagli isolani che non erano al corrente della guerra in Europa. Dopodiché partì alla volta di luoghi ancor più remoti, in primo luogo l'Isola di Pasqua, quindi l'arcipelago Juan Fernandez, che comprende la leggendaria isola disabitata dove riparò Robinson Crusoe dopo il naufragio.

Sculture sull'Isola di PasquaAll'Isola di Pasqua venne raggiunto dal Dresden e dal Leipzig che, procedendo in modo indipendente per tentativi, arrivarono lì nel periodo 1-5 ottobre. La prima avvisaglia del loro avvicinarsi la ebbe intercettando le comunicazioni radio fra le due navi. Nel frattempo Cradock -le cui comunicazioni con l'Ammiragliato venivano sempre più fraintese, come peraltro quelle in arrivo - stava cercando il Dresden lungo la costa atlantica del Sudamerica. Fu avvertito del fatto che si trovava nell’oceano sbagliato solamente quando, il 25 settembre, incontrò una nave britannica che era stata inseguita dal Dresden il 18 settembre nei pressi di Capo Horn. Sentendo di essere ormai sulle sue tracce, Cradock guidò immediatamente la sua squadra attraverso lo Stretto di Magellano (la normale via di transito fra i due grandi oceani) e fece scalo nel porto cileno di Punta Arenas, dove il console britannico gli confermò che la nave tedesca era stata da quelle parti, e aveva usato come base la vicina Orange Bay. Non trovandovi nulla, Cradock invertì la rotta. Ne seguì un complesso andirivieni, nel corso del quale ritornò con la sua ammiraglia Good Hope alle Falkland, lasciandosi indietro l'incrociatore mercantile armato Otranto che lo accompagnava, ma, appena arrivato, rimandò quasi subito il Glasgow e il Monmouth a unirsi all'Otranto a Punta Arenas, con ordini - in accordo con le istruzioni dell’Ammiragliato così come le aveva interpretate - di condurre la guerra di corsa lungo la costa cilena.

L'Ammiraglio Cradock era perfettamente consapevole del pericolo: la presenza delle grandi navi di von Spee, probabilmente nel Pacifico ma che forse cercavano di penetrare nell’Atlantico; la latente minaccia degli incrociatori leggeri tedeschi, che davano la caccia al traffico britannico; la mancanza di una qualsiasi base britannica nella sua area di competenza, a eccezione delle Falkland, che non offrivano il controllo delle acque del Pacifico.

Alle Falkland, Cradock fu informato via radio dall'Otranto che erano state intercettate comunicazioni navali tedesche, e quindi decise di dirigersi nuovamente verso Orange Bay, dove degli scarabocchi tracciati sui muri dai marinai tedeschi, confermavano che il Dresden era passato di lì qualche giorno prima. Non trovando nessuno, fece ancora una volta ritorno alle Falkland. Cradock, che sarebbe stato molto criticato per il successivo disastro, si trovava in una situazione poco invidiabile. Era perfettamente consapevole del pericolo: la presenza delle grandi navi di von Spee, probabilmente nel Pacifico ma che forse cercavano di penetrare nell’Atlantico; la latente minaccia degli incrociatori leggeri tedeschi, che davano la caccia al traffico britannico; la mancanza di una qualsiasi base britannica nella sua area di competenza, a eccezione delle Falkland, che non offrivano il controllo delle acque del Pacifico; la diffusa presenza in tutta la Patagonia di immigrati e funzionari tedeschi, assai ben disposti a rifornire le navi del Kaiser, a offrire riparo alle carboniere e a spiare la Royal Navy; e, come sfondo alle sue difficoltà, le temibili acque di Capo Horn che, anche in quella che era l’estate dell'emisfero australe, erano continuamente battute da burrasche, nevischio, neve e onde altissime. E poi, come se non bastasse, era angustiato dalle difficoltà di comunicazione con i suoi capi a Londra. Questi, a loro volta, angosciati dalla paura di una possibile sortita della Flotta d'alto mare tedesca, stavano cercando di mettere a punto una strategia mondiale senza intaccare la riserva aurea delle loro moderne corazzate e dei nuovi incrociatori da battaglia, al riparo in Scozia settentrionale, nella speranza che le obsolete unità superstiti della flotta vittoriana potessero tenere a bada i migliori incrociatori e le formazioni oltremare del Kaiser.

Louis of Battenberg, vertice militare della Royal NavyNon migliorava certo la gestione della strategia navale britannica il fatto che in quel periodo il capo politico dell’Ammiragliato, Winston Churchill, stesse cercando di condurre una guerra privata sulla costa settentrionale del Belgio, o che il vertice militare della Royal Navy, Louis of Battenberg, fosse sotto attacco da parte della stampa popolare per il fatto di essere un principe tedesco di secondo rango, un'accusa che avrebbe ben presto portato alla sua rimozione. In questa situazione sembra che Cradock abbia cercato di barcamenarsi fra due oceani e due richieste incompatibili dell’Ammiragliato: proteggere il commercio britannico in Atlantico e distruggere la Squadra incrociatori dell’Asia orientale nel Pacifico, ammesso che si trovasse lì. Non c'è da meravigliarsi, quindi, se i suoi movimenti nei primi giorni d'ottobre sembravano confusi. Tuttavia, quando tornò per la seconda volta alle Falkland dopo la sua seconda ricerca a Orange Bay, il 7 ottobre ricevette un messaggio dell’Ammiragliato che almeno gettava un po’ di luce sulla posizione di von Spee e gli dava istruzioni più o meno chiare.

Il 4 ottobre la stazione radio di Suva, nelle Figi britanniche, aveva intercettato un messaggio dello Sharnostrst in codice mercantile che diceva: “Seharnhorst in rotta dalle Marchesi all'Isola di Pasqua”. Come sappiamo oggi, quell'informazione era esatta. In ogni caso, il 7 ottobre l'Ammiragliato ordinò a Cradock di “prepararsi a incontrarli in gruppo ... la Canopus avrebbe potuto unirsi al Glasgow, al Monmouth e all'Otranto per andare alla loro ricerca e, contemporaneamente, proteggere il traffico commerciale ... Se propone di andare con il Good Hope, allora lasci il Monmouth sulla costa orientale”. Resta ancora aperta la questione se l'Ammiragliato fosse in grado di leggere le trasmissioni in codice dello Seharnhorst. Una copia del codice mercantile tedesco era stata effettivamente catturata in acque australiane all'inizio della guerra, ma pare che sia stata consegnata all'Ammiragliato solo alla fine d'ottobre. Forse il libro veniva già usato localmente.

Ancor più misteriose sono le reazioni di Cradock agli ordini abbastanza chiari inviati dall’Ammiragliato il 7 ottobre. Nella sua risposta dell'8 mostrava di ritenere possibile che le unità pesanti di von Spee venissero raggiunte dagli incrociatori leggeri, costituendo cosi una forza formidabile. Informava, inoltre, che aveva ordinato alla sua vecchia e lenta corazzata Canopus di raggiungerlo alle Falkland, dove intendeva “concentrarsi per evitare di dividere le forze”. La Goodhope britannica Eppure, malgrado questa sua intenzione, aveva inviato nel Pacifico il Glasgow, il Monmouth e l'Otranto, con gli ordini scarsamente vincolanti di “non spingersi a nord di Valparaiso fino a quando gli incrociatori tedeschi non saranno stati localizzati”. Chiedeva anche quale fosse la posizione del Defence, che gli era stato promesso ma che era stato trattenuto nel Mediterraneo; ed era chiaramente turbato dall'idea che von Spee potesse puntare a nord, attraversare il Canale di Panama, se gli americani lo avessero permesso, e dirigersi quindi verso casa in Germania, oppure dare il via a un’altra guerra contro il traffico mercantile nelle acque del Golfo del Messico.

Nelle ultime due settimane d'ottobre, fra l'Ammiragliato e Cradock si sviluppò una disastrosa, e infine tragica, serie di malintesi. L'Ammiragliato diede nuove disposizioni in Atlantico miranti a coprire le spalle a Cradock nel caso von Spee riuscisse a evitarlo e a lasciare il Pacifico, e che comprendevano- finalmente-lo schieramento del Defence e di altri incrociatori della flotta africana agli ordini dell'ammiraglio Stoddart allargo della costa settentrionale brasiliana. Londra confidava anche sullo schieramento della flotta giapponese nel Pacifico centrale e occidentale per limitare la capacità di von Spee di fare danni in quell'oceano. Quanto allo schieramento delle forze in quella che si sarebbe mostrata la zona critica - il Pacifico meridionale, fra Valparaiso e Capo Horn -l'Ammiragliato e il suo ammiraglio sul posto riuscirono a fraintendersi a vicenda. La sabbia nell'ingranaggio erano le condizioni della Canopus e l'equivoco di Cradock circa la sua autorità sul Defence. Il Defence era l'idea conclusiva di incrociatore corazzato, più grosso e più veloce, e con una corazza altrettanto spessa e cannoni più potenti rispetto sia allo Seharnhorst che allo Gneisenau; se si fosse unito a Cradock, come questi riteneva sarebbe accaduto, avrebbe messo in fuga entrambi i propri equivalenti tedeschi. La corazzata CanopusLa Canopus, per quanto fosse una corazzata, era inferiore a tutti e tre gli incrociatori corazzati, sia britannici che tedeschi. Aveva una corazza tura leggera e i suoi cannoni da 305 millimetri avevano un raggio d'azione di poco superiore a quelli tedeschi. Inoltre, il suo timoroso direttore di sala macchine aveva convinto il proprio comandante, e Cradock, che non avrebbe potuto superare i 12 nodi, una velocità risibile. Di conseguenza, Cradock lasciò le Falkland alla volta del Pacifico comunicando il 27 ottobre a l’Ammiragliato che “la bassa velocità della Canopus” rendeva “impossibile trovare e distruggere la squadra nemica. Perciò ho dato ordine al Defence di unirsi a me . La Canopus verrà impiegata nell'indispensabile ruolo di scorta ai convogli di carboniere”. Purtroppo l'Ammiragliato fraintese il quadro della situazione, concludendo - a causa di un equivoco sul ruolo della Canopus nelle intenzioni di Cradock - che la squadra di von Spee fosse stata bloccata. Se si fosse diretto a nord, sarebbe caduto sotto il tiro dei potenti cannoni della flotta giapponese. Se fosse andato a sud, si sarebbe probabilmente imbattuto negli incrociatori di Cradock, che l'Ammiragliato riteneva si trovassero in compagnia della Canopus. Evidentemente non credeva che Cradock avrebbe rischiato uno scontro senza l'appoggio dei suoi cannoni da 305 millimetri. Ordinò allora al Defence, che aveva sia la velocità che l'armamento per sfidare von Spee, di rimanere in Atlantico. Cradock, marinaio di tradizioni elisabettiane, si spinse avanti con il suo gruppo di deboli navi, lasciando la Canopus ad arrancare 300 miglia più indietro.

LA BATTAGLIA DI CORONEL

Nel tardo pomeriggio del 1o novembre le due squadre si avvistarono reciprocamente al largo del porto cileno di Coronel. Le radio avevano già rivelato la loro rispettiva presenza. L'avanzata di Cradock lungo la costa era stata riferita a von Spee dalle navi mercantili tedesche nei porti meridionali, mentre i britannici avevano intercettato già da alcuni giorni alcune caratteristiche trasmissioni Telefunken tedesche.

La mappa di CoronelTuttavia, mentre von Spee sapeva che Cradock si stava avvicinando con diverse navi, Cradock era stato ingannato dall’abile impiego da parte tedesca dell'unica radio del Leipzig e credeva quindi che lungo la sua rotta ci fosse un solo incrociatore tedesco. Pare che abbia pensato che la squadra di von Spee si stesse muovendo compatta verso nord in direzione delle isole Galapagos, con l'intenzione di attraversare il Canale di Panama da ovest a est. Allo scopo di verificare le sue ipotesi e per inviare e ricevere dei cablogrammi distaccò il Glasgow, il suo veloce incrociatore leggero, a Coronel il 31 ottobre, con l'ordine di riunirsi a lui il giorno successivo. Se il Glasgow fosse arrivato qualche ora dopo, o se si fosse trattenuto un po’ di più, l'imminente sconfitta avrebbe potuto essere evitata. A Londra, dove il veterano ammiraglio Sir John FisherSir John Fisher aveva appena ripreso il posto di Primo Lord del mare, l'Ammiragliato sta va rivedendo la propria valutazione della situazione in Sudamerica e si era reso conto del pericolo che si preannunciava, ordinando al Defence di unirsi a Cradock il più velocemente possibile e ribadendo che questi non avrebbe dovuto combattere senza la Canopus. Il Glasgow salpò troppo presto per poter portare a Cradock queste nuove istruzioni. Quando si riunì al Good Hope, al Monmouth e all'Otranto, la squadra stava ricevendo forti segnali radio tedeschi trasmessi apparentemente da breve distanza. Dato che la tecnologia dell'epoca non permetteva di individuare la direzione di provenienza, Cradock decise di mettersi in linea di ricerca, con le sue navi distanziate di 15 miglia l'una dall'altra - intervalli non molto diversi dai tempi di Nelson quando si comunicava vista - e iniziò a dare la caccia alla fonte delle trasmissioni. Pensava di essere alla ricerca di un'unica nave. Paradossalmente von Spee, che si trovava ormai nelle vicinanze, aveva la stessa impressione. Dopo aver lasciato, il 27 ottobre, la base di rifornimento carbone di Mas Afuera, un'isola appartenente al gruppo delle Juan Fernandez, nel Pacifico, fra Coronel e Valparaiso, aveva navigato per tre giorni allargo della costa, aspettando l'arrivo di Cradock ma, dopo aver ricevuto la notizia della visita del Glasgow, si mosse pensando di tagliarlo fuori dalla squadra principale. Stava anch’esso disponendo le proprie navi in linea di ricerca quando il suo fumo fu avvistato dal Glasgow, che aveva appena preso posizione all'estremitàdella formazione di Cradock.

La Battaglia di Coronel del 10 novembre 1914 era la prima sconfitta navale britannica dalla guerra americana del 1812 e la prima sconfitta di un formazione di unità navali britanniche dai tempi di Virginia Capes, nel 1781.

Pochi minuti dopo le navi britanniche furono avvistate dai tedeschi ed entrambe le squadre si disposero in linea di combattimento. La notizia della presenza dello Sc/tarnhorst e dello Gneisenau fu comunicata via radio dal Glasgow a Cradock lungo le 50 miglia di mare che li separavano. L'ammiraglio avrebbe anche potuto decidere di evitare lo scontro. Il Momnouth e il Good Hope erano più veloci degli incrociatori corazzati tedeschi, e il Glasgow non era più lento degli incrociatori leggeri avversari. Cradock avrebbe potuto invertire la rotta e fuggire, ma era rallentato dall'Otranto, che avrebbe dovuto essere sacrificato, e poi c'erano delle considerazioni di onore. La Royal Navy aveva sempre combattuto. Cradock ordinò quindi alle proprie navi di riunirsi al Glasgow e di fare rotta verso i tedeschi. L'estate nel Pacifico meridionale alle latitudini di Capo Horn può essere una stagione rigida. E tale era il 10 novembre 1914. Nonostante il cielo fosse limpido e il sole brillante, soffiava un vento forza 6, le onde si rifrangevano sulle unità più piccole e l'aria era freddissima.

Lo schema tattico di Cradock all'inizio dell'azione prevedeva di tenersi fuori tiro finche il sole calante alle sue spalle non avesse accecato i cannonieri tedeschi. Von Spee, a sua volta, sperava di ridurre la distanza non appena l'oscurità avesse protetto le sue navi e fatto risaltare sull’orizzonte, a ovest, la sagoma di quelle britanniche. Alle 18.18 Cradock inviò un messaggio radio alla Canopus, a 250 miglia di distanza: “Sto per attaccare il nemico”, che poteva essere letto come un messaggio di addio.

Lo Schema della Battaglia di Coronel

Lo schema della battaglia di Coronel

 

I tedeschi, in attesa che il sole calasse, non aprirono il fuoco per circa un'ora, mentre le due squadre si avvicinavano lentamente l'una all'altra facendo rotta verso sud. Verso le 19 un ufficiale del Glasgow registrò: “Ci stagliavamo contro il riverbero del tramonto con un orizzonte limpido alle nostre spalle che mostrava gli spruzzi delle granate che cadevano mentre le navi [nemiche] si confondevano in basse sagome nere difficilmente distinguibili contro uno sfondo sempre più scuro”.

I grossi cannoni tedeschi, 12 in tutto, superavano come gittata tutti quelli britannici a eccezione dei due da 234 millimetri del Good Hope; i cannoni britannici da 152 millimetri non avevano la gittata sufficiente per raggiungere lo Scharnhorst e lo Gneisenau, che mantenevano con cura la distanza di sicurezza. “Stagliandosi nettamente contro il cielo rosso-oro della sera”, il Good Hope e il Monmouth furono colpiti ripetutamente e un ufficiale del Glasgow registrò che “alle 19.45, quando ormai era quasi buio, il Good Hope e il Monmouth erano in chiara difficoltà". Il Monmouth virò verso dritta bruciando furiosamente, mentre il Good Hope sparava solo con alcuni dei suoi cannoni. I fuochi a bordo aumentavano di intensità. Alle 19.50 ci fu una tremenda esplosione, fra il suo albero di maestra e il fumaiolo di poppa; le fiamme raggiunsero un'altezza di oltre cento metri, illuminando una nuvola di detriti che galleggiava ancora più in alto nel cielo. Giaceva fra le linee come un basso scafo nero illuminato da un debole bagliore. Nessuno lo vide affondare, ma non poteva essere sopravvissuto per molti minuti.

Il Monmouth, sebbene fosse la nave più debole, stava ancora combattendo e riuscì a rispondere al Glasgow, che gli aveva chiesto usando il telegrafo ottico: “Tutto a posto?”, con il messaggio: “Intendo mettere la poppa al mare. Sto imbarcando molta acqua da prua”. Furono le sue ultime parole. Il Glasgow osservò che aveva la prua molto bassa, ed era sbandato sulla sinistra con !'interno in fiamme che illuminava gli oblò sotto il casseretto.

“Ci stagliavamo contro il riverbero del tramonto con un orizzonte limpido alle nostre spalle che mostrava gli spruzzi delle granate che cadevano mentre le navi [nemiche] si confondevano in basse sagome nere difficilmente distinguibili contro uno sfondo sempre più scuro”

A quel punto il comandante del Glasgow decise di abbandonare la scena, giacche era necessario inviare un avvertimento alla Canopus, che stava arrivando da sud a tutta velocità, con le onde radio sature di disturbi prodotti dai tedeschi. Mentre il Glasgow fuggiva, poté contare 75 vampate di cannone dirette contro il Monmouth prima che la curvatura terrestre lo celasse alla vista. Non sarebbe stata l'ultima visione della nave in procinto di affondare.

La Monmouth britannicaPoco prima delle 21 l'incrociatore leggero Nurnberg la trovò e reiterò l'attacco. Il Monmouth virò in direzione del Nurnberg, per speronarlo oppure per mettere in punteria i suoi cannoni di dritta. Il comandante don Schonberg apri’ quindi nuovamente il fuoco: il ponte e le parti non protette dello scafo del Monmouth furono squarciati dalle granate. Sbandò sempre di più e alle 21.28 si rovesciò lentamente di lato e affondò. Due ufficiali, che si trovavano sul ponte, dissero poi a von Schonberg di aver udito gli ufficiali del Monmouth chiamare gli uomini ai cannoni: evidentemente erano impegnati a tappare le falle! Tutti coloro che si trovavano a bordo del Good Hope e del Monmouth persero la vita: dei 1600 uomini a bordo, quelli che non furono uccisi nel cannoneggiamento annegarono nelle acque buie e fredde del Pacifico meridionale. I tedeschi ebbero 3 feriti, mentre il Glasgow, sebbene fosse stato colpito cinque volte, non aveva subìto perdite. E tantomeno l'Otranto, che si era prudentemente ritirato dall'azione fin dalle prime fasi, apparentemente con l'approvazione di Cradock, essendo inadatto a partecipare allo scontro. Le due unità superstiti fuggirono verso sud alla massima velocità fino a incrociare la Canopus e, in sua compagnia, ritornarono alle Falkland.

La Battaglia di Coronel del 10 novembre 1914 era la prima sconfitta navale britannica dalla guerra americana del 1812 e la prima sconfitta di un formazione di unità navali britanniche dai tempi di Virginia Capes, nel 1781. La notizia fece inorridire la Royal Navy, l'opinione pubblica britannica, l'Ammiragliato ma, più di tutti, coloro che ne erano al comando, Churchill e Fisher. Dal momento in cui ebbero notizia del disastro, decisero di vendicarsi.

Un quotidiano canadese riporta la vittoria navale del Kaiser

La risposta della Royal Navy fu rapida. Una potente formazione navale comprendente anche gli incrociatori da battaglia Inflexible e Invincible fu distaccata nell'Atlantico meridionale al comando del viceammiraglio Sturdee, che l'8 dicembre sorprese von Spee nelle acque delle Falkland. Gli incrociatori Scharnhorst, Gneisenau, Nurnberg e Leipzig furono affondati e solo il Dresden riuscì momentaneamente a sottrarsi all'avversario. La battaglia delle Falkland dimostrò ancora una volta la superiorità della marina britannica. Il Vice Ammiraglio Inglese Frederick SturdeeLe unità germaniche avrebbero inevitabilmente dovuto soccombere nelle zone in cui operavano, vista la presenza delle basi inglesi lungo le rotte principali utilizzate dai tedeschi. Essi non poterono ne’ rafforzarsi ne’ tornare a casa, a causa dell'embargo. La Royal Navy doveva solo evitare di essere battuta per poter mantenere il controllo dei mari. In questa situazione, pensare dunque ad una nuova Trafalgar si rivelo’ completamente inutile, privando l’intera Grande Guerra di qualsiasi tipo di clamoroso e decisivo impegno navale delle forze in campo.

La prima guerra mondiale, per la sua parte navale, fu dominata a livello strategico dall'invenzione della radio. Le battaglie di Coronel e delle Falkland, per quanto diverse da tutte le altre del 1914-18, erano di tipo emergente. Prima del 1914, le flotte in guerra operavano alla ricerca l'una dell'altra, come avevano sempre fatto, agendo a vista e con segnali visivi. Dopo il 1914, le informazioni ottenute a vista potevano essere trasmesse a distanza infinita alla velocità della luce. Le marine avrebbero impiegato tempo per capire e applicare le potenzialità di questa nuova tecnologia, che aveva modificato per sempre la natura della guerra sul mare. Cradock e von Spee erano vittime del fatto di non aver capito il nuovo mondo. Meno di trent'anni dopo, il radar, avrebbe praticamente azzerato l'importanza dell'informazione visiva. E il mondo dell’ammiraglio Nelson e degli stessi Cradock e von Spee sarebbe scomparso per sempre.

ag

Fonti:

"Intelligence - Storia dello spionaggio militare da Napoleone ad Al-Qaeda" - Sir John Keegan, Mondadori
"L'ultimo corsaro della Grande Guerra" - Dohna Mowe, Marangoni
"La guerra sui mari" - M. Dixon, Mediolanum
"Naval Battles of the First World War" - Geoffrey Bennett, Penguin Books
The Coronel Memorial

I CORSARI DELLA GRANDE GUERRA

L'EPOPEA DI MAXIMILIAN VON SPEE - LA BATTAGLIA DI CORONEL

 

LaGrandeGuerra.net