La Grande Guerra 1914-1918

 

 

APPROFONDIMENTI

TRE FRATELLI, UNA SORTE COMUNE

L'epopea dei fratelli Carlo, Vittorio e Lamberto De Bernardi.
Due di loro caddero sull'Altopiano dei Sette Comuni.
Tutti furono decorati con medaglie d'oro, argento e bronzo

Vittorio De BernardiNella lunga schiera di lutti che colpì l'Italia nel corso della Prima Guerra Mondiale torna in auge ai giorni nostri la vicenda dei tre fratelli De Bernardi, due dei quali caduti sull'Altopiano di Asiago ed uno a Santa Maria di Tolmino. La loro storia è risvegliata grazie alle ricerche della “Sezione Fanti Altop. Sette Comuni”, e dalla sensibilità che il Presidente Marco Ambrosini impiega nel rivalutare la memoria dei soldati qui caduti. Tra le sue mani giunge oggi un volume edito nei primi anni successivi alla fine della guerra, si tratta di un epistolario a cura di Italo Vitaliano, stampato all’epoca dalla Sez. Combattenti di Milano. Carlo, Vittorio e Lamberto De Bernardi erano nati nel capoluogo lombardo da famiglia benestante, il padre Alfredo, ex volontario bersagliere durante la campagna di Eritrea nel 1887, ebbe dalla moglie Lorenzina Guasco altre due figlie. Che il casato milanese avesse nel sangue l'amor patrio lo dimostra già il nonno Giovan Battista, premiato con medaglia d'argento nel 1848 e primo decorato al valore delle guerre di Indipendenza. Allo scoppio della guerra con l'Austria Ungheria il giovane Carlo, classe 1893 e primogenito, lasciò l'azienda paterna per partire volontario presso il 12° Reggimento Bersaglieri. Il suo reparto fu Carlo De Bernarditra i primi a passare il confine marciando verso Caporetto. Per sette mesi rimase in prima linea, impiegato in continui e sanguinosi combattimenti. Cadde all’alba del 23 ottobre 1915 nei pressi di Tolmino, mentre con i suoi uomini era intento ad aprire un varco sui reticolati posizionando alcuni tubi di gelatina. Alla sua memoria venne concessa la medaglia d’argento al valor militare. Il testimone fu quindi raccolto dal fratello Vittorio, più giovane di due anni. Questi, abbandonato il corso di ingegneria al Politecnico per essere ammesso al corso ufficiali di Modena, fu nominato sottotenente ed assegnato al 144° Reggimento fanteria. Tra le trincee di Monfalcone ebbe modo di dimostrare le sue doti di comando, guadagnandosi con le ferite sul campo la medaglia d’argento.

Clicca per leggere gli encomi ufficiali

Guarito, dopo la convalescenza, ritornò al fronte trentino nel giugno del ’16. La Spedizione Punitiva austriaca lo colse sul Lamberto De BernardiMonte Cengio, poi sul Paù e tra le abetaie del Magnaboschia far argine col proprio petto all’avanzata nemica”. Qui moriva durante un furioso bombardamento. Toccò infine all’ultimo De Bernardi, Lamberto Luigi, classe 1998, anch’egli volontario vestì la divisa del 5° Reggimento Bersaglieri. Il 4 luglio del 1916 giunse a Marostica nella speranza di incontrare il fratello Vittorio, ma ne apprese la notizia della morte mentre era di vedetta in trincea. A quel punto gli annunci delle plurime disgrazie che avevano colpito la famiglia dovevano aver spinto i superiori ad allontanare il giovane dalla prima linea, per fargli frequentare il corso ufficiali. Salì comunque sull’Altopiano per cercare la sepoltura di Vittorio, trovandone finalmente la tomba. Dall’epistolario si ricava che scrisse alla mamma comunicandole il triste rinvenimento del congiunto presso un cimitero a ridosso del fronte; a distanza di alcuni mesi dalla morte riconobbe il caduto dalle bretelle, dalla tessera di una cooperativa e da altri La tomba di Lamberto De Bernardi in Val Magnaboschiparticolari effetti personali. Ma la cattiva sorte non sembra avesse finito di colpire i tre fratelli, infatti anche Lamberto, poco più che diciannovenne, venne colpito a morte il 17 novembre del ’17 mentre con il 16° battaglione d’assalto si trovava in linea vicino a Gallio. Ancora una medaglia per lui, d’oro, l’ultima. A distanza di tanti anni scopriamo che due protagonisti di quel ritrovato libretto sono tumulati presso il Sacrario di Asiago e i loro nomi e decorazioni sono scolpiti per la memoria dei posteri nella cripta centrale del grande mausoleo. Scopriamo ancora, e questo grazie alle ricerche del Presidente dei fanti Ambrosini, che Vittorio prima di trovare eterno riposo tra i marmi del Leiten era stato sepolto nel cimitero di Val Magnaboschi, dove ancor oggi, tra le colonne mozze di abete, appare il suo nome assieme a tanti altri soldati caduti. La promessa fatta da Lamberto alla madre di dare una sepoltura tra i caduti riconosciuti al fratello era stata mantenuta.

Giovanni Dalle Fusine

 

LaGrandeGuerra.net