La Grande Guerra 1914-1918

 

 

APPROFONDIMENTI

CIMA XII SULL'ALTOPIANO DI ASIAGO
Una vetta contesa ancor prima della Grande Guerra
A cura di Giovanni Dalle Fusine

 

Nel 1956 “Titta Stern”, padre del famoso Mario Rigoni Stern,
fu tra i promotori della croce eretta sul monte.
Da un documento originale pubblichiamo il discorso tenuto il 23 settembre 1956

Gio.Batta Rigoni Stern ormai anziano,fotografato ad un raduno di reduci Grazie all’interessamento della Sezione Fanti Sette Comuni veniamo a toccare con mano uno straordinario documento datato 1956 e recante la firma di Gio. Batta Rigoni Stern. Il testo fu letto nel settembre del 1956 al cospetto della nuova croce eretta a Cima XII.

Già dal cognome del sottoscrittore si evince che si tratta di un personaggio molto vicino al ben noto Mario, autore tra le tante opere di «Il Sergente nella neve» e «L’anno della vittoria». In effetti Gio. Batta fu padre dello scrittore di Asiago, e a sua volta ufficiale di fanteria durante il primo conflitto mondiale. Per anni il documento è stato conservato dalla figlia Maria assieme ad altri ricordi del padre, che fu reduce delle battaglie per l’Unità d’Italia e Cavaliere di Vittorio Veneto. Cima XII rappresentò ben prima della guerra contro l’Austria Ungheria la causa di scontri anche politici tesi a definire la paternità territoriale, ne sono valida testimonianza le interpellanze parlamentari e le proteste tra le rispettive Ambasciate. Ad interrompere le scaramucce tra le guardie confinarie intervenne l’inizio delle ostilità belliche, a ritracciare i confini nazioni c’avrebbero pensato i cannoni. Il monte, con ottima vista sull’Ortigara e sull’ampia valle dell’Agnellizza, oggi rappresenta con i suoi oltre 2300 m. la punta più elevata della provincia di Vicenza, durante la Spedizione Punitiva del 1916 tratteggiava con il suo apice e Cima Portule la prima linea di difesa italiana. Una linea alla quale l’Alto Comando Italiano non attribuì la giusta importanza, tant’è che la mancata costruzione su di essa di lavori e ostacoli artificiali atti ad impedire infiltrazioni nemiche, ne causò subito la conquista da parte austriaca, con conseguenze tali da influenzare tutta la guerra sull’Altopiano fino all’ottobre del ’17.

IL TESTO INTEGRALE DEL DISCORSO TENUTO IL 23 SETTEMBRE 1956

“CIMA XII Un monte, una Croce, una storia. Una Croce che segnando i confini d’Italia prima e durante la guerra 1915-18 stava come simbolo di religioso patriottismo. Eretta a ricordo dell’Anno Santo, subito dopo il 1900, fu continua meta di Alpinisti e di popolo di qua e di là del vecchio confine e la Cima segnò il suo nome nella storia della Nazione.

Ancora nel 1907, Finco Gio.Batta fu Ferdinando, della classe 1882, il popolare Tita Nando, Alpino, combattente, deceduto da alcuni anni, partì da Asiago in agosto, e sulla Cima tinse coi colori della Patria la Croce. Successivamente i gendarmi austriaci la tingevano di giallo e nero. Era il principio. Da quell’anno fino al 1910 era un continuo succedersi di sconfinamenti e di guardarsi in cagnesco tra le forze di confine austriache e italiane. I nostri Alpini e le Guardie di Finanza l’hanno provato.

Il 3 settembre del 1010, il Com. Dal Brun con altri amici di Schio e Thiene, accompagnato dal sig. Scaggiari Babali, vivente, padre del sindaco di Asiago sig. Giuseppe Guido, dal Chierico Antonio Costa Loffa, attualmente parroco vicino a Padova e dal defunto Fraccaro Cristiano fu Domenica Vitaodro di Asiago, dal Chierico Gasparini di Thiene e dal Brigadier Com.te la Brigata di Finanza di Galmarara, cinse la croce di un drappo tricolore. Asportato da alcuni abitanti di Borgo venne riconsegnato a mezzo delle Autorità asiaghesi al CAI di Schio che lo ebbe glorioso cimelio.

Il 25 settembre dello stesso anno alcuni soci del CAI di Bassano, capeggiati dall’avvocato Gasparotto, saliti quassù, dipinsero la Croce col rosso, bianco e verde per protesta al furto della bandiera posta sulla stessa dalla comitiva del Dal brun. Un picchetto di Kaiserjager il giorno successivo la fese nuovamente dipingere di giallo e nero e benedire perché profanata. Nel 1909 si era costituito ad Asiago un plotone di Volontari Alpini al comando del sergente degli AlpiniPrimo Bertapelle, di Bassano ma asiaghese di adozione, poi caduto in guerra. Facevo parte dello stesso ed eravamo armati ed equipaggiati come gli Alpini. Con vari amici volontari avevamo divisato di andare a Cima XII subito dopo i fatti suesposti per continuare l’azione dimostrativa per la italianità della cima.

Fummo diffidati e sorvegliati. Successivamente altri episodi e provocazioni si susseguirono; l’on. A. Brunialti fa interpellanza alla Camera dei Deputati; l’Ambasciatore austro-ungarico a Roma protesta. Vivo fermento ad Asiago, sull’Altopiano e in Provincia. Si rese necessaria la verifica dei confini.

La Commissione italiana presieduta dall’eroico colonnello degli Alpini Tomaso Salsa, poi generale, e la Commissione austriaca si trovarono lassù nel 1912, nell’estate. Gli austriaci si presentarono muniti di un ricco documentario di mappe e carte e scavando vicino alla croce trovarono la pietra del confine. Non si sa se la stessa sia stata messa ad arte o sia esistita dal 1866. quello che è positivo: si è dovuto far buon viso a cattivo gioco; l’Austria-Ungheria era la più forte allora.

Questo in sintesi fino allo scatenarsi della guerra 1915 1918. in questo periodo d’anni molto lontani, le varie vicende che si sono svolte su questa Cima, stanno a dimostrare la vitalità patriottica delle Sezioni del CAI della Provincia e della popolazione dell’Altopiano. Schiantata la storica Croce, costituitasi ad Asiago nel 1947 la Sezione del CAI, con presidente il Sig. Perretta, formata da una ventina di Soci, di cui 5 membri della mia famiglia si concretò di issarne una nuova.

L’8 agosto del 1948, con la celebrazione della S Messa e Benedizione dell’Arciprete di Asiago Mons. Barbiero, venne inaugurata con un concorso di 200 persone e di un picchetto armato della Divisione Folgore. La vecchia venne riportata ad Asiago per merito dei Soci Brazzale Sandro, Forte Giovanni e Rigoni Stern Romualdo.

È attualmente nel cortile della mia casa. La piccola Croce in ferro che era sistemata con bulloni sulla vecchia è quella che attualmente è posta sull’attuale e perpetua nel tempo le glorie del passato. Due anni ha vissuto la Sezione del CAI di Asiago, formata da impiegati e operai, di cui alcuni emigrati all’estero; per mancanza di aiuti ebbe poi a cessare. Pure questa Croce venne abbattuta dalla bufera nel 1954 ed è per iniziativa del Com Finozzi da Thiene, Presidente del Comitato, del Cav. Cabalisti e del Sig. Pieropan, del Sig. sindaco di Asiago con l’appoggio morale e finanziario, che la nuova Croce oggi inaugurata a Cima XII impera nell’immensità del Creato.

Inaugurazione della croce a Cima XII, sotto al monumento l’allora sindaco di Asiago Guido Scaggiari, alla estrema destra della foto Gio.Batta Rigoni Stern che tenne il discorso qui riportatoMi sento in dovere di ricordare un asiaghese, un pioniere dello sport dello sci, deceduto per malore qui il 16 agosto 1955, Pesavento Narciso di anni 53, impiegato all’I.N.A. di Modena. Lo ebbi tra le file dell’Unione Sportiva Asiaghese, quando la ebbi costituita nel lontano 1922 con alcuni amici, Cav. E. Carli, Pellegrini e il defunto Cav. Brugnaro. Iniziò, quale campione nazionale di salto, la Scuola della specialità, collaudatore di trampolini e Alpinista donò la Sua Vita alla montagna. – il Suo attaccamento allo sport della neve e all0’Alpinismo si d’esempio alla gioventù d’oggi troppo infatuata di vita comoda e di divertimenti mondani.

Ora, a quanto si sa da fonte sicura, sono in progetto delle casermette nella zona Nord-Est di Asiago che daranno ricovero ai guardaboschi e rifugio agli alpinisti. Ringrazio i Frati di S. Antonio per le loro Fatiche e per le preghiere. Grazie al Gruppo Corale – Asiago-. Il mio pensiero spazia in questo immenso acrocoro, dove decine di migliaia di Eroi hanno dato la vita perché da questa eccelsa Cima il confine della Patria venisse portato al Brennero e alla Vetta d’Italia.

E tu vecchia piccola Croce di Ferro, incastonata nella nuova, oggi benedetta, ai cui piedi è stato celebrato il Divino Sacrificio, sii custode e madre degli spiriti dei Caduti che quassù ancora vigilano e combattono perché noi viventi il binomio Dio e Patria sia nel loro cuore, dovere e Onestà.

Granatieri del Monte Cengio, Fanti e Alpini del Colombara, delle Melette, di Val Bella, Artiglieri del Verena, del Caberlaba e dello Sprunk, tenaci Bersaglieri e Arditi, Genieri, siete stati presenti pur Voi a questa simbolica cerimonia di suffragio e a ricordare con le Vostre Grida di Vittoria.

La Vittoria del 1918 che ancora una volta ha salvato l’umanità dalla schiavitù. E nel ricordare Voi, ricordo i nostri giovani della guerra di Liberazione che dall’Altopiano, da Granezza ai Castelloni di San Marco, hanno rinnovato l’altare da cui si sprigionò nuovamente il fuoco della Libertà.-

L’Italia dei Caduti e l’Italia dei Vivi. Siamo degni di Loro – Viva l’Italia!

Gio.Batta Rigoni Stern

23 settembre 1956 Cima XII ”

A cura di Giovanni Dalle Fusine

 

 

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