La Grande Guerra 1914-1918

 

 

LE ARMI DELLA GRANDE GUERRA

FUCILI - PISTOLE - GAS - LANCIAFIAMME - BOMBE A MANO
BAIONETTE - CARRI ARMATI - - MORTAI DA TRINCEA - MAZZE FERRATE

LE MAZZE FERRATE

Dopo i combattimenti sul San Michele del 30 giugno 1916, quando gli Austriaci si ritirarono, furono trovate sul terreno un certo numero di mazze ferrate. Questo antico strumento di violenta barbarie era stato riesumato per nuovi orrori durante la Grande Guerra e, in particolare, veniva impiegato soprattutto per dare il colpo di grazia ai nemici feriti o gasati.
Mazza Ferrata

Si sa che durante i combattimenti corpo a corpo, nelle trincee di tutta Europa, i soldati di ogni esercito impiegavano mazze, vanghe, coltelli e persino i classici “tirapugni” in ferro, ma l’avvento di mazze ferrate di chiara eredità medioevale fece la sua comparsa in occasione dei primi attacchi con il gas.

Se facciamo un passo indietro, già nella guerra Anglo-Boera nel Sud Africa (1899-1902), gli Inglesi si erano dotati di mazze di legno rinforzate con borchie di ferro che si erano dimostrate efficaci nella “pulizia” delle trincee avversarie. Questo tipo di mazza, denominata “Knob Kerri”, venne ovviamente adottata anche sul Fronte Occidentale durante il Primo Conflitto Mondiale.

Mazze da combattimentoLa comparsa delle mazze da combattimento sul fronte italiano venne registrata appunto durante l’attacco sopradescritto del 1916, nella zona del monte San Michele.

Il gesto di colpire così barbaramente i soldati nemici, che ricorda decisamente quello usato per finire gli animali, fece sorgere l’orrore delle truppe italiane di rincalzo che, sopraggiunte sul luogo dell’attacco, assistettero ad un vero e proprio disumano massacro in larga scala. Durante i successivi contrattacchi italiani, non furono pochi i soldati ungheresi, della famosa divisione Honved, che, benchè arrerisi, ma trovati con le mazze alla cintola, vennero uccisi sul posto. Lo stesso accadeva sul Fronte Occidentale, ai tutti i soldati che venivano trovati in possesso di coltelli con la lama seghettata, artificio analogamente poco “cavalleresco” che ne aumentava il potere di attacco. Anche gli Italiani, in seguito, adottarono questo tipo di arma, tuttavia in modo meno generalizzato. Del resto fu il pugnale l’arma che ben presto divenne peculiare negli assalti italiani; un’arma che venne usata con tale perizia da diventare nella pratica l’unico strumento di offesa degli Arditi nel corpo a corpo, oltre che alla dotazione di immancabili bombe a mano.

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